Promozione online del brand? In Italia si fa fatica

Promozione online difficoltosa per gli imprenditori italiani. Ma si continua a investire nel marketing e nell’advertising online (keyword advertising e social media management).

La promozione online del brand continua ad essere un’attività critica per la maggior parte delle aziende e-commerce italiane. Le aziende soddisfatte dalle attività di promozione online sono il 31%, meno di un terzo del totale. Erano il 32% nel 2016 e il 39% nel 2015. Diminuiscono leggermente le aziende che dichiarano tale attività difficoltosa: il 54%, nel 2016 erano il 58% e nel 2015 il 53%. Continua ad aumentare la percentuale di aziende che valutano le attività di promozione online insoddisfacenti raggiungendo quota 14%, rispetto al 10% del 2016 e all’8% del 2015.

Il dato fornito dal Report di Casaleggio&Associati è davvero preoccupante per una duplice ragione: o i manager delle aziende che trovano difficoltà nella promozione online non hanno le competenze necessarie (e forse nemmeno quelle basilari) o le web agency, i social media manager e tutti gli attori del settore del web marketing non svolgono correttamente/onestamente il proprio lavoro.

Eppure, nonostante le difficoltà, le aziende italiane investono in primo luogo in marketing e promozione, attività indicate come prioritarie dal 33% del campione (pari al 2017). Al secondo posto si posizionano, come nel 2017, gli investimenti tesi a migliorare l’usabilità e la user-experience del sito (22%, in aumento rispetto al 20% del 2017).

Al terzo posto troviamo, indicati dall 11% delle aziende, gli investimenti per il miglioramento dell’infrastruttura tecnologica. Mobile e marketing automation raccolgono ciascuno il 7% degli investimenti, aumentando ciascuno di un punto percentuale rispetto al 2017.

Scende al 6% l’investimento sulle attività per la vendita all’estero (-3% rispetto al 2017), un 5% è investito nella logistica (come l’anno precedente), mentre l’attività di customer care, pur rimanendo il fanalino di coda degli investimenti, ottiene un 3% (+2% rispetto al 2017). Stabile la percentuale di aziende che non effettuerà investimenti nell’anno in corso: il 6%.

Tra le attività di marketing, il keyword advertising raccoglie, come già rilevato in anni passati, la maggior parte degli investimenti (26%, come nel 2017). Le attività di social media marketing si posizionano al secondo posto con il 16% del budget (+2% rispetto al 2017), sorpassando le attività di SEO, alle quali viene destinato il 15% del budget (-4%). A parità d’investimento rispetto alla SEO rimane stabile l’email marketing con il 15% (+2% del 2017).

In linea con l’anno precedente, la presenza sui siti comparatori riceve il 9% del budget di marketing, il 6% è destinato al Display advertising (banner), il 4% all’attività di remarketing. I programmi di affiliazione, scorporati dai banner, ricevono il 2% e la stessa percentuale è destinata alle sponsorizzazioni e al programmatic advertising.
Televisione, radio e stampa raccolgono complessivamente il 3% degli
investimenti, un +1% rispetto al 2017.

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