Addio influencer, ora su Instagram tocca ai nano-influencer

Basta avere un migliaio di follower per fare pubblicità alle aziende e guadagnare: ecco come funziona e perché questo fenomeno sta spodestando i vip dei social media
male hands taking a picture of smoothie bowl with smartphone
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Sono tempi duri per chi vuol essere Chiara Ferragni. Il mondo del marketing è andato a vedere il mezzo bluff degli influencer e ha capito che il gioco non vale la candela: spendere centinaia di migliaia di euro per qualche post su Instagram non paga più come una volta. E se pensavamo che il futuro fosse dei micro-influencer, adesso dobbiamo ricrederci e prepararci all'arrivo dei nano-influencer. Se le aziende hanno creduto di poter contare su ambassador fidelizzati da poter pagare qualche migliaio di euro in cambio di una loro sponsorizzazione su canali da qualche decina di migliaia di follower, la realtà dei fatti è che è ancora più conveniente telefonare all'utente medio di Instagram e chiedergli di fare pubblicità in cambio di qualche prodotto gratis. Da qui il fenomeno dei nano-influencer: cittadini digitali perfettamente ordinari, con un bacino di utenti che rasenta i 1000-2000 follower e che vengono corteggiati più per la loro influenza, che per il fatto di essere famosi.

“Tutti conoscono su Instagram un amico che fa incetta di like con commenti e ottimi contenuti. Probabilmente non ha mai lavorato con un brand prima d'ora ma sono bravissimi a cavalcare il mondo social e sono perfetti per recapitare il messaggio delle aziende” dice al Guardian l'amministratore delegato di un'agenzia di marketing specializzata nei social media. D'altronde, le persone “normali” sono più facili da gestire rispetto ai vip: costano meno (di solito basta un kit di prodotti omaggio) e ciò che manca loro in termini di visibilità, lo compensano con la fiducia guadagnata nel corso del tempo dalla loro cerchia di contatti. "È come se uno dei tuoi amici ti parlasse di quanto funziona un nuovo shampoo o un nuovo prodotto per la cura della pelle. Solo che invece di farlo davanti a uno spritz, lo diciamo su Instagram”, afferma al New York Times Kelsey Rosenberg, una ragazza statunitense di 26 anni che è diventata nano-influencer: con 1900 follower ha cominciato a contattare aziende, bar e ristoranti della sua zona e ora li pubblicizza regolarmente sul suo profilo.

Basta sapere chi contattare e prepararsi a sottostare ad alcune regole e il gioco è fatto. Il brand ti chiederà di tenere il post in evidenza per qualche settimana, cercando di replicare le stesse parole e le stesse sensazioni della loro pubblicità, in modo tale da cercare di spingere qualcuno dei tuoi amici a comprare quel prodotto. Può essere un paio di scarpe, come un profumo o uno smartphone: il fatto è che non bisogna più avere migliaia di seguaci per essere influenti, ma conta di più il rapporto di amicizia o di fiducia che intercorre tra gli utenti all'interno del social. Con il grande vantaggio per le aziende di costare terribilmente meno e avere comunque più chance di successo.